Ginkgo: il naturopata on line

Ginkgo
Alessandro Lucarelli, naturopata e       floriterapeuta

Il Ginkgo Biloba è il più antico albero del mondo, l’unica specie sopravvissuta di una classe di piante diffuse sul pianeta dal periodo Paleozoico. Parliamo di circa 250 milioni di anni fa. L’ albero è elegante, con foglie a forma di piccolo ventaglio che emanano leggerezza, giovinezza ed anche gloria.

È un albero vecchio e giovane, un maestro taoista, l’azione senza l’azione, “l’essere in sintonia con l’immagine mobile dell’eterno”.

Il Ginkgo è un albero forte che è sopravvissuto anche a periodi glaciali e perfino alle radiazioni della bomba di Hiroscima, è immune ai parassiti di qualsiasi specie, perfino all’inquinamento della specie umana.

Protegge il cervello

La capacità del Ginkgo Biloba di proteggere il cervello sembra “scritta” nella forma e nel nome della pianta stessa: è infatti chiamata “biloba” proprio per la forma bilobata delle sue foglie, ossia ripartite in due lobi, proprio come il cervello. Perfino nervature delle foglie ricordano molto la forma e la disposizione delle fibre nervose del cervelletto.

Ginkgo Biloba proprietà

Il Ginkgo Biloba è un tonico della circolazione periferica e cerebrale, attiva il metabolismo cellulare, antitrombotico, protettivo vasale, antiossidante, antiallergico, antinfiammatorio, antispasmodico, antiasmatico, ipocolesterolizzante.

Ginkgo nella medicina popolare

Il Ginkgo è una pianta medicinale che può aiutarci ad invecchiare bene, in modo giovanile, come lui sa fare.

I preparati a base delle sue foglie migliorano la circolazione periferica, venosa e cerebrale, riducono la viscosità del sangue e l’aggregazione piastrinica con azione antitrombotica e protettiva nell’ischemia cerebrale.

Una pianta per combattere i processi sclerotici tipici dell’invecchiamento: un fossile vivente che ci aiuta a non fossilizzarsi troppo.

Segui tutti i consigli del naturopata, scopri le piante, i fiori italiani e i fiori di Bach che ci aiutano a stare bene. Arrivederci al prossimo articolo.

Articolo scritto da Alessandro Lucarelli, potete seguirlo anche su Facebook.



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