Lucia Antenori 
Oggi vi parlerò dell’Altea, delle sue proprità e come utilizzarla per ottenere una deliziosa tisana sedativa per la tosse stizzosa.
Il nome Altea deriva dal greco e significa guarire, è una pianta medicinale appartenente alla famiglia delle Malvacee dalle molteplici proprietà che cresce in molte zone dell’Europa centro meridionale.
È una pianta citata in fonti molto antiche dall’ erboristeria cinese del 3000 a. C. a quella Babilonese. Veniva e viene utilizzata in modo particolare in caso di infiammazioni e disturbi digestivi.
Tutte le parti dell’Altea contengono mucillagini ed è proprio questo aspetto che caratterizza l’attività della pianta come emolliente e antinfiammatorio.
L’Altea è un’erba che rientra nel trattamento sintomatico della tosse di tipo irritativo e dei fumatori, delle affezioni broncopolmonari (bronchite e tracheite) e nella pertosse grazie alla sua azione antinfiammatoria, emoliente e lenitiva.
La mucillagine ricoprendo la mucosa orofaringea, la protegge dall’irritazione locale
I preparati a base di Altea, inoltre, risultano efficaci in caso di stitichezza e nelle infiammazioni del tratto gastrointestinale. La pianta, inoltre, esercita a livello della mucosa gastrica proprietà gastroprotettrici.
Tisana per combattere la tosse stizzosa
Fatevi preparare dal vostro erborista di fiducia una miscela per tisane con queste proporzioni:
40% di Altea
25% di timo
15% di liquirizia
10% di piantaggine
10% di finocchio dolce
Come preparare la tisana per tosse stizzosa con l’altea
Porta ad ebollizione dell’acqua e versala in una tazza in cui avrai messo un cucchiaino da te di tisana.
Copri la tazza e lascia in infusione per circa 15 ninuti poi filtra con un colino a maglie fitte strizzando le erbe utilizzate.
Se ti piace aggiungere lo zucchero ti consiglio di utilizzare del miele.
Puoi bere due o tre tazze al giorno, l’ultima preferibilmente prima di coricarsi.
Segui tutti i consigli del naturopata, scopri le piante, i fiori italiani e i fiori di Bach che ci aiutano a stare bene. Arrivederci al prossimo articolo.
Articolo scritto da Alessandro Lucarelli, potete seguirlo anche su Facebook.
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